
Paul Fuchs è artista affermato a livello internazionale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera si trasferisce negli anni ’80 in Toscana, a Boccheggiano, nel comune di Montieri, dove darà vita insieme alla moglie Gaby allo straordinario progetto del Giardino dei Suoni.
Il suo lavoro si è sviluppato negli anni tra la Germania e l’Italia, con la realizzazione di sculture di grandi dimensioni, installazioni temporanee e permanenti, facendole diventare elementi complementari con i diversi paesaggi nei quali sono state inserite.
La capacità di Paul Fuchs è quella di riuscire a percepire la natura dei luoghi e degli spazi e creare con il suo lavoro artistico un dialogo perenne e incisivo, capace di evidenziare le peculiarità che circondano gli ambienti vissuti. Sia che si tratti di installazioni pensate per il bosco, o inserite nei contesti urbani, meraviglia ogni volta lo sguardo attento e poetico che ne scaturisce.
La mostra presentata nel Foyer del Teatro Fonderia Leopolda ne è la chiara dimostrazione. Attingendo al linguaggio figurativo e grafico che è stato appositamente creato per il teatro cittadino, Paul circonda gli ambienti con i suoi diversi spiriti, alternando la solidità delle creazioni scultoree con la leggerezza e il colore delle grafiche. Ogni elemento viene collocato in un punto preciso per enfatizzare la dimensione spaziale ma anche per accompagnare il pubblico verso l’immaginario poetico di un artista fecondo e poliedrico.
L’incredibile originalità del complesso delle opere di Paul Fuchs sta proprio in questo eterno contrasto capace di risultare semplice e naturale, quando invece attiene ad un lungo e complesso lavoro, spesso intriso di fatica, sia fisica che mentale, che rilascia alla fine un risultato di incredibile armonia.
L’armonia è tra l’altro un ulteriore aspetto significativo del lavoro artistico di Fuchs. Spesso le sue opere sono dei veri e propri elementi sonori capaci di modificare le vibrazioni con il cambiamento delle condizioni atmosferiche rilasciando ogni volta suoni e musiche diverse.
Marguerite Villa
critica d’arte